sabato 27 febbraio 2010

Falena


Desdemona è una remota pronipote della coerenza, sbatte continuamente la testa contro il vetro nella speranza che ritorni specchio.

Distesa sul letto diventa aquila reale, airone, anatra, pettirosso e poi falena, mosca, zanzara e poi di nuovo aquila.

Vola indietro, verso la coda del gracchiante mondo dei medici in fasce, tentativo straniante di creare arrugginiti dissapori vecchio stampo su sistemi prodotti per fallire per portare all'incoronazione beffarda del più meritevole zerbino della magione, sciocchezze d'anarchico il gioco del chirurgo di cuori, non ci si prende gioco del mozzo anche se il ponte è ogni giorno più fetido, altra fonte ha la sua piccola vita, le sue rigide dita corte hanno fili sottili tesi verso il basso.

Fortuna nuova scivolare nella tagliola.



venerdì 26 febbraio 2010

Mille splendidi soli


Non devo pregare. Non vengo bastonata se non prego.

Posso cantare.

Posso danzare.

Posso giocare a carte, giocare a scacchi, giocare d'azzardo e far volare gli aquiloni.

Posso scrivere libri, guardare film e dipingere.

Posso tenere in casa dei parrocchetti.

Se rubo, non mi viene tagliata la mano al polso. Se torno a rubare non mi viene tagliato il piede.


Non devo stare dentro casa a qualsiasi ora del giorno. Posso vagare oziosamente per le strade. Se esco non devo essere accompagnata da un parente di sesso maschile. Se vengo sorpresa da sola per la strada non vengo bastonata e rispedita a casa.

Posso mostrare il volto in ogni circostanza.

Posso usare cosmetici.

Posso usare gioielli.

Posso indossare abiti attraenti.

Posso parlare liberamente.

Posso guardare gli uomini negli occhi.

Posso ridere in pubblico.

Posso dipingere le unghie.

Posso frequentare la scuola.

Posso lavorare.

Posso rendermi colpevole di adulterio.


(K.Hosseini-Mille splendidi soli)

martedì 23 febbraio 2010

Viali


Assicurarsi di avere sempre un libro in mano quando si aspetta il bus sui Viali indossando calze viola e stivali.


domenica 21 febbraio 2010

Otto Pantofole Horror


La mia sveglia non ha cifre diverse dall'otto.
Otto sospiri prima di appoggiare la testa sul cuscino, otto baci alla mia sinistra, otto cambiamenti di posizione, otto pensieri. Eppoi sveglia alle otto.
Peccato che quell'otto si elevi alla potenza n-esima quando si tratta di aprire gli occhi, ingoiare i miei succedanei di tiroxina, infilarmi nelle pantofole horror, vestirmi e avvicinarmi lentamente alle scale.

La questione pantofole necessita però di un approfondimento: su sfondo viola una bambina dai morbidi capelli castani è in piedi sotto la neve che cade a fiocchi belli ciccioni, ha il braccio sinistro alzato parallelo al terreno. L'abbigliamento è adatto al clima rigido: sciarpa colorata a strisce, cappotto verde, guanti gialli, gonna di velluto a coste e stivaletti. Solo le gambette sembrano un pò nude, ma probabilmente aggiungono un tocco naif alla composizione. La cosa strana, ma molto strana, è che questa povera preadolescente ha l'occhio sinistro coperto da una sorta di benda circolare nera su cui sembra essere ricamato un batterio flagellato glam-punk rosa shocking.
Tutto questo sulla ciabatta sinistra. Ma il divertimento non è ancora finito: sulla soffice stoffa della pantofola destra c'é un lampione. Un normalissimo lampione acceso, quasi carino, ricoperto di neve. Fiuuuuu. Nevica sia a sinistra che a destra. E io che pensavo di essere di fronte all'opera di una persona instabile. Anche qui compare qualcosa di strano: dalla parte centrale si diparte, attraverso uno stelo lungo e sottile, un guanto dall'aspetto di fiocco di neve. In parole povere, questo lampione un pò rétro ha un braccio. Sotto la luce fioca è abbandonata, su un manto stradale inesistente, una valigia rossa, intuiamo di proprietà della bambina/preadolescente (che a questo punto non è più così giovane se può andarsene in giro da sola, sotto la neve con una valigia). La ciliegina sulla cima di questa bizzarra torta è un maialino: sopra questa valigia, anch'essa un pò spruzzata di neve, c'è il simpatico musetto di un maialino.

Ora io vorrei sapere che cazzo ci fa una bambina/preadolescente/insomma minorenne con un occhio bendato da sola sotto la neve con una valigia con maiale annesso ai piedi di un lampione peduncolato?!?



giovedì 18 febbraio 2010

Panini


Desdemona è gambe ciondolanti su mattoni terracotta, Re Taffeta ingordo le inzuppa le caviglie con languide promesse di serate luccicanti, piccole gomme da masticare fantasia di coloranti le tengono compagnia.

Le facce della mia vita sono figurine Panini. Gli album hanno sempre lo stesso odore.

-Posso darti Dorian in cambio di Seneca.

-Dorian ce l'ho triplo. Seneca te lo lascio, ma voglio Dalia.

-Affare fatto.

Desdemona riconta le gomme sulla gonna: 1,2..20..50...

Cazzo! Ne manca una. Pegno appiccicoso per finire la collezione.


A volte un bambino può confondere frasi di esercitazione sui verbi intransitivi e diario segreto.

Non puoi correggere ciò che provano.


“Quando i bambini crescono e diventano adulti, capiscono subito che quello che gli avevano detto da bambini non è vero, eppure riciclano ai loro figli l'antica bugia. E cioè che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da secoli, e il risultato è questa Terra, questa vescichetta d'odio.”

S.Benni-Margherita Dolcevita



martedì 16 febbraio 2010

Tatoos


Fino a pochi giorni fa volevo tatuarmi un gatto, sesso femminile sottinteso e beninteso scontato e ribadito. Stasera ne ho visto uno di terribilmente incazzato sulla scapola alata di fronte a me, con il pelo tutto ritto e le unghie sguainate a fendere l'acqua della piscina. Stavo sudando e avevo mal di pancia.
Non sono più tanto sicura.

Ieri sera ho infangato la memoria di un tenero agnellino e l'ho apprezzato vestito di spezie. Il mattino non aveva poi di certo l'oro in bocca. Forse era più cumino. O zenzero.

Ieri sera mi sono sballata con un intruglio di camomilla, tiglio, biancospino e altre due-tre cagate. Davvero, avrei avuto bisogno di una daliniana e bionda stampella per tenere le palpebre sollevate.
Ecco, tatuarsi delle stampelle potrebbe essere più utile.

Il mio gatto è il neonato perfetto. E si pulisce il culo da solo.


mercoledì 10 febbraio 2010

Parsifal


Un po' di tempo fa una ragazza dai capelli lunghi ha letto le carte a Desdemona.

Desdemona si spaventa facilmente, Dorian cerca di leggere i tarocchi tutti i giorni, ma non sempre ci riesce.

Desdemona disegna il suo corpo la domenica mattina e rimane in apnea tutta la giornata.

-Quando mi sveglierò?

-Non sei mai nata.

La penna di Desdemona è languido fosforo iridescente con inchiostro che non dimentica i passi che fino ad ora ha ricamato sulla carta. Desdemona non ama le ore vuote, il sabato cuce. Collage dalla copertina rigida che ospita bellicosi incontri tra stilografiche e tasti, pennini e penne a sfera. Denso muco come inchiostro per lamentele da bambino.

Le mani ruvide sulle spalle e lo sguardo sul giardino:

-Ho sognato così a lungo un posticino comodo davanti alla finestra.

-Taci.

-Ciao Dorian.

-Sono qui solo per farti tacere. Quando mi ascolterai ti lascerò in pace. Immediatamente.

-Festa anni '40 in equilibrio sul ponte di Brooklyn tiene Paris Hilton lontana dal Guggenheim Museum.

-Sonora scrollata di zucchero a velo dalle spalle di Abraham Lincoln sul talamo della gloria di Odisseo.

-Argonauta! Vattene!

-Salamandra in festa sguazzante in cognac scadente.


Desdemona vorrebbe un enorme cucchiaio che le scavasse il petto per afflosciarsi nello specchio come un tritone catturato sognando un futuro da ape operaia.



“La forza di Parsifal è d'essere così nuovo al mondo e così occupato dal fatto d'essere al mondo che non gli viene mai in mente di far domande su ciò che vede. Eppure basterebbe una sua domanda, una prima domanda che scateni la domanda di tutto ciò che al mondo non ha mai domandato nulla, ed ecco il deposito dei secoli aggrumato in fondo ai vasi degli scavi si scioglie, le ere schiacciate tra gli strati tellurici riprendono a scorrere, il futuro recupera il passato, il polline delle stagioni d'abbondanza sepolto da millenni nelle torbiere riprende a volare, s'alza sulla polvere degli anni di siccità...”

I.Calvino-Il castello dei destini incrociati



mercoledì 3 febbraio 2010

B movie


Tutti i giorni sulle scale della scuola vedo un bambino. Sembra davvero Bastian de La Storia Infinita.



A Mia piace:

mordicchiare piano piano una scaglietta di grana

divorare il più velocemente possibile una scatoletta di tonno

assaporare una fettina di prosciutto crudo

A Mia inoltre piace:

essere accarezzata contemporaneamente sulla fronte, sotto il mento e davanti alle orecchie

passare ore davanti alla finestra

dormire sotto la luce di un'abat-jour


A Desdemona piace:

il rumore delle scarpe sui sassolini nei film

correre da sola

chiudere tutte le lettere tonde scrivendo

bere cose bollenti

A Desdemona inoltre piace:

riempire con la spazzatura il sacchetto vuoto per poi cambiarlo e ricominciare

seguire perfettamente la circonferenza del cestino sistemando il sacchetto della spazzatura

finire penne e pennarelli per poi poterli buttare

guardare l'oblò della lavatrice durante la centrifuga e veder uscire l'acqua sporca dal tubo

avere lo stomaco pieno


A Mia non piace:

essere toccata da mani troppo profumate

essere spostata controvoglia

non poter salire sul tavolo


A Desdemona non piace:

essere toccata mentre piange

non riuscire a sentire gli odori per il raffreddore

ammettere di aver sbagliato

il lenzuolo che esce dal materasso

avere lo stomaco pieno



"I soldi si trasformano a seconda delle mani che li accolgono, pensai. In certe mani diventano mattoni, in altre farfalle."

S.Benni-Saltatempo



martedì 2 febbraio 2010

Shoes blues


La mia seconda vita è la cronaca di una morte annunciata dal trucco sbavato di una ballerina di quinta fila. Matita profumata impronta digitale di una mamma frettolosa, carezza di lustrini.

Invecchiare è un privilegio di pochi.


Lavoro per pagare l'università che non posso frequentare perchè lavoro. Per pagarla.


Quando c'è troppo blues le mie labbra si arricciano e protendono in avanti come se dovessi mandare un bacio al mio futuro marito che si sta imbarcando ma so che tornerà perchè ho un anello al dito e suo figlio nella pancia come se avessi appena trovato il lavoro che mi salverà il culo perchè sono bella ma soprattutto non ho paura di nulla per cui fareste meglio a tenere giù le mani voi lì sotto io mostro voi sbavate come se fosse l'unico modo per intimare ai miei pensieri di smetterla di sfondarmi i timpani tanto non vi sento tanto non vi sento tanto non vi sento.






Eccomi qua
sono venuto a vedere
lo strano effetto che fa
la mia faccia nei vostri occhi
e quanta gente ci sta
e se stasera si alza una lira
per questa voce che dovrebbe arrivare
fino all'ultima fila
oltre al buio che c'è
e al silenzio che lentamente si fa
e alla luce che taglia il mio viso
improvvisamente eccomi qua
siamo l'amante e la sposa
arrivati fin qua
l'attore e la sciantosa
e siamo pronti a qualsiasi cosa
pur di stare qua
siamo il padre e la figlia
finalmente qua
siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra valigia di là
nel camerino già vecchio
tra un lavandino ed un secchio
tra un manifesto e lo specchio
tra un manifesto e lo specchio

Eccoci qua
siamo venuti per poco
perché per poco si va
e il sipario è calato già
su questa vita che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola
di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ti chiedono più
il documento d'identità
e allora eccoci, siamo qua
siamo venuti per niente
perché per niente si va
e c'inchiniamo ripetutamente
e ringraziamo infinitamente…

Eccoci qua
siamo il padre e la figlia
capitati fin qua
siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra vita di là
nel camerino già vecchio
tra un lavandino ed un secchio
tra un manifesto e lo specchio
tra un manifesto e lo specchio


F.De Gregori

La valigia dell'attore




lunedì 1 febbraio 2010

Cara D


Cara D,

è davvero tanto tanto tempo che non parliamo. So che sei sempre molto impegnata per cui cercherò di non dilungarmi troppo.

Come stai?

A volte metto la mia giornata in pausa per pensare un po' a te: cerco d'immaginare che cosa fai, con chi prendi l'autobus, quale borsa nuova ti hanno regalato, da che parte s'increspano le tue labbra quando sei preoccupata.

Io sto abbastanza bene, ogni tanto penso che mi sarebbe piaciuto lasciare queste strane campagne. Il lavoro procede a gonfie vele, anche se ho avuto colleghe migliori . Perchè si tenta sempre di fingere di volersi bene? Perchè simulare amicizie che non hanno mai avuto speranza di nascere?

Tu? L'università come procede? Non vedo l'ora di venire alla tua laurea, riesci a dirmi quanto manca? Spero davvero poco, non ce la faccio più!

A pensarci bene ho davvero bisogno di andarmene per qualche giorno.

Mi manchi.

Sai qual è la verità? Ieri ho rovistato nell'armadio in cantina e non puoi immaginare che cosa ho trovato: ti ricordi quella foto a Milano? I miei sogni devono essere rimasti su quella panchina perchè tutto è così diverso da come me lo aspettavo.



Gli occhi di Desdemona si sono chiusi sui gradini della stazione. Maleodorante inaspettato bruciore, tachicardico storpiato sorriso, sordo torpore adolescenziale.

-Salvami Dorian, perchè hai voluto riportarmi qui?

-Non sono stato io. Non è colpa mia.

-Portami soltanto via di qui.

-Non è colpa tua.