martedì 2 febbraio 2010

Shoes blues


La mia seconda vita è la cronaca di una morte annunciata dal trucco sbavato di una ballerina di quinta fila. Matita profumata impronta digitale di una mamma frettolosa, carezza di lustrini.

Invecchiare è un privilegio di pochi.


Lavoro per pagare l'università che non posso frequentare perchè lavoro. Per pagarla.


Quando c'è troppo blues le mie labbra si arricciano e protendono in avanti come se dovessi mandare un bacio al mio futuro marito che si sta imbarcando ma so che tornerà perchè ho un anello al dito e suo figlio nella pancia come se avessi appena trovato il lavoro che mi salverà il culo perchè sono bella ma soprattutto non ho paura di nulla per cui fareste meglio a tenere giù le mani voi lì sotto io mostro voi sbavate come se fosse l'unico modo per intimare ai miei pensieri di smetterla di sfondarmi i timpani tanto non vi sento tanto non vi sento tanto non vi sento.






Eccomi qua
sono venuto a vedere
lo strano effetto che fa
la mia faccia nei vostri occhi
e quanta gente ci sta
e se stasera si alza una lira
per questa voce che dovrebbe arrivare
fino all'ultima fila
oltre al buio che c'è
e al silenzio che lentamente si fa
e alla luce che taglia il mio viso
improvvisamente eccomi qua
siamo l'amante e la sposa
arrivati fin qua
l'attore e la sciantosa
e siamo pronti a qualsiasi cosa
pur di stare qua
siamo il padre e la figlia
finalmente qua
siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra valigia di là
nel camerino già vecchio
tra un lavandino ed un secchio
tra un manifesto e lo specchio
tra un manifesto e lo specchio

Eccoci qua
siamo venuti per poco
perché per poco si va
e il sipario è calato già
su questa vita che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola
di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ti chiedono più
il documento d'identità
e allora eccoci, siamo qua
siamo venuti per niente
perché per niente si va
e c'inchiniamo ripetutamente
e ringraziamo infinitamente…

Eccoci qua
siamo il padre e la figlia
capitati fin qua
siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra vita di là
nel camerino già vecchio
tra un lavandino ed un secchio
tra un manifesto e lo specchio
tra un manifesto e lo specchio


F.De Gregori

La valigia dell'attore




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