lunedì 1 febbraio 2010

Cara D


Cara D,

è davvero tanto tanto tempo che non parliamo. So che sei sempre molto impegnata per cui cercherò di non dilungarmi troppo.

Come stai?

A volte metto la mia giornata in pausa per pensare un po' a te: cerco d'immaginare che cosa fai, con chi prendi l'autobus, quale borsa nuova ti hanno regalato, da che parte s'increspano le tue labbra quando sei preoccupata.

Io sto abbastanza bene, ogni tanto penso che mi sarebbe piaciuto lasciare queste strane campagne. Il lavoro procede a gonfie vele, anche se ho avuto colleghe migliori . Perchè si tenta sempre di fingere di volersi bene? Perchè simulare amicizie che non hanno mai avuto speranza di nascere?

Tu? L'università come procede? Non vedo l'ora di venire alla tua laurea, riesci a dirmi quanto manca? Spero davvero poco, non ce la faccio più!

A pensarci bene ho davvero bisogno di andarmene per qualche giorno.

Mi manchi.

Sai qual è la verità? Ieri ho rovistato nell'armadio in cantina e non puoi immaginare che cosa ho trovato: ti ricordi quella foto a Milano? I miei sogni devono essere rimasti su quella panchina perchè tutto è così diverso da come me lo aspettavo.



Gli occhi di Desdemona si sono chiusi sui gradini della stazione. Maleodorante inaspettato bruciore, tachicardico storpiato sorriso, sordo torpore adolescenziale.

-Salvami Dorian, perchè hai voluto riportarmi qui?

-Non sono stato io. Non è colpa mia.

-Portami soltanto via di qui.

-Non è colpa tua.



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