martedì 30 novembre 2010

Blowin' in the wind


Desdemona è occhi aperti su paesaggio quotidiano, vetro spaccato sull'immagine, un lato opaco, l'altro nitido. Giallo e assonnato.
Desdemona è cammino tracciato e cancellato. Nel Paese delle Meraviglie.
Non ha scelta e smetterà di correre.
L'albero è stilizzato ricordo di formica, quella volta, tutti insieme.

Oggi tu non hai sofferto e hai lasciato solo un pò di tempo in più. A noi.



"Li udivo arrivare. Stavo distesa sul letto e ascoltavo il suono dei loro passi nei corridoi. E lo capivo sempre se erano soltanto di passaggio o se stavano venendo nella mia stanza. Imparai a riconoscerli dal suono dei loro passi. Non sapevo mai come si chiamassero veramente, ma davo loro dei nomi. Stivaloni. Passo sicuro. Zotico. Ma lo facevo di giorno. Di notte, mi limitavo a stare distesa sul letto e ad ascoltare i loro passi sul pavimento di legno quando venivano da me."
T.L.Hayden-La foresta dei girasoli



venerdì 5 novembre 2010

To deserve


Ariel arrabbiata rivendica possesso,anche
solo di una mano
sul collo.
Ariel prova.

Ariel è pittore francese su rogo da biblioteca, inquisizione
terapeutica
il dito
dentro.

Ancora non sale. Non sa.



mercoledì 3 novembre 2010

S


Il piccolo Orfeo ha unghie lunghe e vermi della nonna, nella terra.
Il piccolo Orfeo ha una voce alta e rossa, canta per la nonna.

Orfeo sbadiglia su ricordi sfocati.
E' inusuale conato, muffa su liscia scogliera inglese.

Frantumare.
Sbriciolare.
Sminuzzare.
Sgretolare.
Schiacciare.



giovedì 28 ottobre 2010

Altro che Mr Big 3


Leggings sembrava scontato.


Comunque anche leggings.




giovedì 7 ottobre 2010

Te echo de menos


La parola novità sulla bibbia dello shopping e caffè su tovaglia a quadretti comunisti con Raf che esce dalle casse urlando disperato "Cosa resterà di questi anni '80".

Pittoresco ed attempato hippy lunghi capelli bianchi barba treccina retro-auricolare di dubbia origine cappello leopardato foulard fucsia giacca rossa pantaloni grigi crocs.

Posto sull'eurostar occupato da qualcun altro.

Ragazze in sandali al 6 di ottobre.

Dodicenni che chiamano una mia coetanea signora e comprano tacco12leopardatasexandthecitymefaunbaffo.

Cameriere con seri problemi ormonali immerse in improbabili soliloqui.


Bologna.


E io sono un anfibio.





martedì 5 ottobre 2010

Medioevo: alti e bassi


Desdemona è broncio calorico su pasto medievale, i gomiti come sfiniti viandanti alla locanda sulla via di casa, le dita creative matrigne cartacee.
Desdemona intreccia cellulosa trattata e colorata: apre e chiude, apre e chiude. Bianco perlaceo e verde acquamarina tra le mani corrono e si fermano, corrono e si fermano.
Gli altri commensali non la guardano, troppo intenti a compiacersi della buona riuscita della caccia e a ricordare le eroiche imprese passate.
Pellicce, ossa, carne. Pellicce, ossa, carne.




martedì 21 settembre 2010

Stop


Ho amato l'inverno degli uomini e ucciso il loro pupazzo di neve.
Adesso basta.
Aspetto l'estate.



lunedì 6 settembre 2010

Ragioni per vivere


L'occhio socchiuso la guarda. Dalia dorme come i bambini con i pugni stretti, le dita a respirare per lei.

Fernet scaduto sull'ombra tratteggiata dall'ambra dipinta sul suo collo. La mantide croccante coscienza e spirito dell'afa della mia retrocessione. Solo con la punta del naso sono lassù sopra i cessi reali a dispensare diapositive che gracchiano sul muro della cucina. La testa come un barattolo di biscotti ammuffiti. Mangia bella bambina che prima o poi si svuota e puoi comprare i biscotti nuovi e metterli dentro.

La penna sparata davanti a sé come una spada all'arrivo dell'ultimo bugiardo.

Le persone sono plastilina, morbida gomma volgare e colorata. Biscotti nella testa le persone che incontro cancerogene impronte per bambini sfortunati oppure poltiglia che perde esistenza dopo essere passata dal forno. I migliori sono quelli buoni, quelli perfetti mangiati nella pancia e non se ne vanno più.

"O Pamela, questo è il bene dell'essere dimezzato:il capire d'ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo. Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a curare i tuoi curando i loro."
I.Calvino-Il visconte dimezzato



sabato 28 agosto 2010

Alla faccia di Gutenberg


"Ho provato a leggere un libro di Benni. Scrive troppo piccolo."
-B-


martedì 24 agosto 2010

venerdì 13 agosto 2010

Around my neck



Il collo gira a destra e a sinistra come la disneyana regina di cuori sul set di Labyrinth occhi come zeppi garages sul mondo con la catena flessibile abbassata il dito che cerca l'altro nella ferita brucia.

I bambini imparano a chiamare le cose col nome giusto e il soffito raffaelita non svela e si apre come un piumino grigio antipolvere infilato tra le gambe le braccia diventano attrezzi fuori moda per cambiare le ruote alla ritmo blu ti alzo e sono dentro non mi servono inviti.

Chi non ha bisogno di scarpe conosce a memoria gli antigeni della strada ha paura ma possiede le istruzioni per ballare il limbo sotto il traguardo degli altri.
Quello della paura.
E' un limbo fantasma su una nave vestita a festa per traghettarti al posto di Caronte.

Abbiamo tutti il diritto di invecchiare. E di portare camicie a fiori. Con i capelli lunghi.


Desdemona costruisce casette con le dita per Dalia, alcune rotonde altre triangolari. Lo fa col braccio sinistro, col destro sarebbe troppo facile.
Dalia piccola dama color vaniglia dorme tra le pieghe della gonna di Desdemona.

Desdemona ha una casa in mezzo al bosco che non scappa mai: non sa se tornarci, rimanerci o dimenticarla.
Dorian la prende per mano solo nei sogni del mattino, prima non si fa vedere: è in avanscoperta.




giovedì 12 agosto 2010

Altro che Mr. Big



D:Guarda, tesoro! Fantastica quella borsa azzurra!
D:Sembra una Kelly De Paja!

Lui sa contestualizzare i seguenti sostantivi:

Kelly
Birkin
Clutch
Pochette
Shopper

Altro che Mr. Big.




giovedì 29 luglio 2010

Ridi di più Piangi di più



Dalia è valchiria affamata su rena color pece. La scarpetta bianca che le opprime il piede è Penelope in attesa di Ulisse. Nero su Bianco. Bianco su Nero.

Desdemona ha una parrucca rossa e sandali marroni. Le sue braccia terminano al polso, si guarda le mani: istruite, ma inutili.

"Passi lunghi e ben distesi.
Mai farsi spaventare dai fantasmi del passato.
Lei è come tutte le altre."

"E la serranda si riempì di graffiti e scritte fatte dalla teppa del quartiere.
Una diceva: RIDI DI PIU', PIANGI DI PIU'. Teppa stronza e filosofa. Mica posso piangere e ridere in mezzo alla strada, la gente vuol parlare.
E se nessuno ti parla, allora ti tocca pensare. E io non facevo altro, allora. Pensavo tanto che mi faceva male la gola, perché è lì che si fermano le tristezze.
Pensavo che ero solo."
S.Benni-La grammatica di Dio


"Quando la morte mi chiamerà
nessuno al mondo si accorgerà
che un uomo è morto senza parlare
senza sapere la verità,
che un uomo è morto senza pregare
fuggendo il peso della pietà.

Cari fratelli dell'altra sponda
cantammo in coro giù sulla terra
amammo in cento l'identica donna,
partimmo in mille per la stessa guerra.
Questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli,
questo ricordo non vi consoli
quando si muore si muore soli."
F.De André-Il testamento





mercoledì 16 giugno 2010

No Rain


Mi piace sentire il rumore dei piatti che stanno per posarsi sul tavolo per la cena. Mi ricorda estate, mondiali, anguria e genitori.

Tutte quelle notti. Pietrificata. Immobile nello spazio e nel tempo. Non esistente e quindi non sofferente.

Oggi ho visto una pin-up con i baffi e una Carrie in Birkenstock.


domenica 13 giugno 2010

Più


Ad un bambino di 2 anni può bastare una sola parola per indicare qualcosa che è scomparso: PIU'. E tutti capiscono. E applaudono. E sorridono. Perché quella è la loro più grande paura.


giovedì 20 maggio 2010

Skin


Rumba di spritz sulla terrazza, il bicchiere gira e gira con maestria, l'oliva gli si avvinghia languida e sensuale, goffamente lo graffia, dolcemente lo anela.

Ludo guarda lo specchio. Poi la pagina. Lo specchio. La pagina. Non è possibile. Non è passabile. Non è passibile. Un'unica imperfezione sul suo mento candido e vellutato.

Desdemona è occhi annebbiati su piatto mare, dall'alto si appoggia alla pietra e ha paura. La casa in cui vive l'aveva vista in un enorme libro, un'estate che era libera di pensare.

Desdemona ha il setto nasale a gradoni zigguratiani: quando il demone seduto sul primo ride, il prurito è insopportabile; quando il nano malefico del secondo è incazzato, il naso è tappato; quando piange il terzo, il mondo intero gocciola e nessuna Alice angosciata lo invidia.

Desdemona è involucro cartaceo agitato dal vento al ritmo di una vertigine sonora e lontana, spaventapasseri appeso ad una gruccia abbandonata in un vecchio armadio.
Il vento la scuote, a destra e a sinistra, come un pendolo diligente e reazionario.

Desdemona è il giudice Morton di "Chi ha incastrato Roger Rabbit", poco prima della salamoia, poco dopo essere stato schiacciato.
Desdemona è il capo dei rotanti "Nel fantastico mondo di Oz".
Desdemona è l'Edgar-abito di "Men in Black".

Cerco un baratro sull'orlo del quale rimanere. A lungo.




martedì 11 maggio 2010

Geschwindigkeit


Se i nostri respiri non sono altro che ossigeno in vuoto a rendere, se il nostro passo è solo un vecchio vomere stanco di preparare un terreno di cui non mangeremo i frutti, se tutto ciò che vediamo è esattamente come un sedile dell'autobus appena lasciato libero: usato e caldo. Se.


Desdemona ha guardato una giovane donna per quindici minuti. Sopracciglia inarcate, occhi socchiusi, fronte stropicciata, labbra contratte. La prossima volta Desdemona poserà una mano su quella faccia di argillosa gomma e stenderà, con le dita, quelle rughe. E la farà sorridere.




venerdì 7 maggio 2010

Protezione


I bambini hanno il diritto di avere una casa, una mamma, un papà; se non li hanno non è libertà, perché non possono stare da soli.

I bambini hanno il diritto di essere protetti: quando sono piccoli piccoli, la mamma li protegge; la mamma gli dà il sangue e l'aria.

Le persone più forti devono proteggere i bambini.

I bambini hanno il diritto di essere protetti per esempio dalla guerra, dal male, dall'aria quando è cattiva, dai fulmini, dalle malattie, dalle mamme che non sono buone.

Non è bello proteggersi da soli.

Bambini-Scuola Comunale dell'infanzia "Diana", Reggio Emilia




giovedì 29 aprile 2010

Fake


Pensava. Pensava forte. La mano destra presagiva una piccola impronta appiccicosa che sarebbe comparsa di lì a poco. Il pavimento sotto le sue scarpe gommose era diviso in sgraziati parallelepipedi sgranocchiati dalle tristi passeggiate nel corridoio. Erano partiti dall'illusoria purezza del bianco per attraversare timorosi il ponte dell'ocra e scorgere in lontananza un pacato cioccolato.
Le ricordavano l'attesa dalla parrucchiera della mamma, occhi bassi, schiacciati a terra dalla noia e dai fumi chimici degli spray. Erano gialle e marroni e tentava di ricordare come si faceva quel gioco. Sì, quello che richiedeva gessetti sull'asfalto e rettangoli e un sasso. Non era mai riuscita a capirlo e non l'aveva mai trovato divertente. Campana!
Guardare attraverso quel vetro era l'unico momento veramente suo, vedeva le corse frenetiche degli insetti, ma non le poteva sentire, non le poteva toccare.
Immaginava così lo sguardo dei suoi bimbi scettici: se lo vedo soltanto, può anche non esistere.
Ostacolo trasparente sul mondo come una parete da scalare, ma senza appigli. Comparsa dal nulla e sempre ferma.

Le grandi città sono un melting pot obbligato e coloro che le abitano sono gli ultimi ad accorgersene. Ecco perché non sono degni di lode più di altri cittadini.



"Neanche quel pomeriggio leggemmo. Prese a spiegarmi che di tanto in tanto gli veniva voglia di lavorare, una smania, un desiderio di fare qualcosa, non tanto studiare quanto avere un posto di responsabilità, di fatica, ma darci dentro giorno e notte per diventare un uomo come noialtri, come me. - E tu lavora, - gli dissi - Sei giovane, fossi io al tuo posto -. Mi disse allora che non capiva perché la gente esaltava tanto i giovani: lui avrebbe voluto avere già trent'anni - tanto di guadagnato - erano stupidi quegli anni intermedi.
- Ma tutti gli anni sono stupidi. E' una volta passati che diventano interessanti."
C.Pavese-La spiaggia




martedì 20 aprile 2010

Pensare fa male


Finire un libro richiede raccoglimento, rispetto e riflessione.
Non sono odiose le persone che si alzano dalle poltrone del cinema subito dopo la fine del film?
Ci vuole calma, fugace contemplazione di ciò che si è appena compiuto.
Cosi è quando sfogli l'ultima pagina di un libro: un'occhiatina al retro copertina, una carezza al nome dell'autore, un amaro saluto a tutto il palcoscenico.
Certo, quando il libro ti è piaciuto è più facile.
A me, di solito, scappa un grazie.

Nelle ultime settimane mi sono posta una serie di spinosi interrogativi:

-che cosa significa quando una vecchietta ha meno paura di te ad attraversare la strada e lo fa anche più velocemente?
-che professione è il "consulente filosofico per i disturbi del comportamento alimentare"?
-puzza di più l'acqua di Venezia o McDonald's?

Ho concluso che:

-sto precipitando verso i 30
-c'è speranza per i laureati in filosofia
-decisamente McDonald's a Venezia riassume i pregi di entrambi



Desdemona ha appoggiato Dalia sul tavolino di vetro, nell'angolo. Ha le braccia teneramente asimmetriche. Piccola macchia di Rorschach dama di compagnia e d'arredamento.
Desdemona è stata messa alla prova e non sa resistere.
Un antico principe indiano vorrebbe sposare Dalia, ma Desdemona non sa se è pronta all'abbandono. Imbratta carta da regalo con faccine sorridenti.

Dalia è stata morbida cera sulla riva del fiume, modellata dal vento.
Desdemona dice sempre: " Il vento è il Robin Hood atmosferico, chi meno ha più riceve.".




domenica 4 aprile 2010

Madeleine 1


Desdemona ha pioggia sui capelli, sotto i capelli. Ha pioggia di amminoacidi.
Pioggia in un luna-park di periferia, ha pioggia in un cimitero di paese sulla tomba di una grigia principessa .
Pioggia sul castello di Soave,
pioggia fuori dalle caramelle anni '80.

Mal di testa invernali infernali
giornate di pioggia al mare jeans e magliette strette.
Pioggia che sa di cannella.




martedì 30 marzo 2010

Vanità di vanità


Desdemona è stata notturna figlia illegittima di preadolescenti sardi in partenza su economico aereo onirico.
Io Non Volo.
Per Ora.

Desdemona è azoto sotto la gonna, bambinaia magica che si muove verso l'alto.
Ha un'enorme gomma da cancellare giusto sopra il chiasma ottico, le serve per il nuovo libro in arrivo, per sfrattare chi ha dormito su quel letto e mangiato sul quel tavolo. A volte funziona. A volte no.

Desdemona gioca con sfere trasparenti sulla spiaggia. Neve di cartone su Parigi, neve di zucchero su Londra. Senza muoversi di un passo.

Desdemona è vanità su scarpette color fiocco di raso, murshmallow dell'antica via Emilia.


"Rimandammo la nostra cavalcata al pomeriggio, un dorato pomeriggio d'agosto:ogni soffio di brezza dalla collina così pieno di vita che sembrava poter restituire le forze a chiunque lo respirasse, quando pure fosse stato morente.
Il viso di Catherine era come il panorama-ombre e luci che lo percorrevano in rapida successione; ma le ombre restavano più a lungo e le luci erano sempre più fugaci, e il suo povero piccolo cuore si rimproverava anche quei brevi momenti di oblio delle proprie sofferenze."
E.Bronte-Cime tempestose



mercoledì 24 marzo 2010

Wuthering Heights


Desdemona ha illusioni più larghe della sua gonna rotonda.
Ha dimenticato in una casa che non conosce orecchini opachi ed un bracciale fiorito. Una minnie neo-hippie li aveva custoditi in una minuscola culla di vimini, per venderli.

Desdemona è tornata a casa con un solo orecchino ed un bracciale rotto.
Scende le scale e non guarda indietro.



venerdì 19 marzo 2010

Aiuto


Aiuto. La mia Samantha personale dice che ho un umorismo sottile, forse un po' british, a volte incompreso.
Io dichiaro semplicemente di esserne priva. La situazione, già di per sé tragica, è notevolmente aggravata dal fatto che alcune rarissime volte riscontro delle difficoltà nel comprendere l'umorismo altrui. Possiamo definire il mio tempo di reazione leggermente sotto la media.
Chissà, forse farò il chirurgo. Vi sfido a venire sotto le mie dita.

Aiuto. Poco meno di una settimana fa ho mangiato per la prima volta nella mia vita da Mc Donald's. E mi è piaciuto.

Aiuto. Oggi inizierò a leggere Cime Tempestose. Forse per empatia ho compiuto 30 anni.


Desdemona è preda di ipnosi boschiva a base di violini e petto di civetta. Gnam.



mercoledì 17 marzo 2010

Luna


Farfalla come pretzeln. Pretzeln a forma di farfalla.
Due porte si aprono contemporaneamente, la luce esce e due vecchi entrano. Simmetria perfetta di una vita delicatamente parallela all'altra, come un ciuffo di lentiggini che non puoi toccare su di un giovane viso, la bianca speranza che la nave ti aspetti e non ti lasci solo, sul molo, ad attendere.
Notre-Dame non è poi così buia.

Incorniciata di verde. La luna dico. Acqua sotto e verde sopra. Per caso ti coglie la neve dorata del sonno e a nulla serve l'acidità bluastra della notte rivoltante. Tutto sembra, niente si svela. Non puoi guidarla perchè la sua mano e la tua sono diventate due forti dita nodose e fragili come l'odore familiare di una stanza nascosta.
Vorrei solo fosse un'aquila sulla mia fossa personale.
La tua luce su di me non c'è. Cura e narcotica premura, non ti ho forse richiesto per il mio solare matrimonio?
La luna già pronta sulle mie labbra ha dichiarato di averti perdonato, ma io non sono con te, né con lei.
La resa tranquilla giova ai cuori deboli. La notte arrabbiata è ospite scomoda degli abitanti stanchi di combattere.
Inseguila.
No.
Inseguila, forse la puoi salvare.
No, fa paura.
Fa sempre paura.
Vorrei fosse così.
Sembra. Non è.




martedì 16 marzo 2010

Fetta-Fingers


Desdemona non ha mai tagliato una torta in vita sua-"Per evitare di avere la fetta sbagliata"-dice. Seneca la guarda interrogativo.
In realtà ha Paura. Ha calcolato tutto: non è possibile eseguire incisioni regolari sulla pasta sfoglia, è molto difficile modellare solidi geometrici nella crema, è raro riuscire a tenere quattro strati colorati in perfetto equilibrio al centro esatto del piatto. Desdemona odia le imprecisioni, le inesattezze e ama il controllo. Ciò che non controlla, scompare.

Desdemona usa le dita. Da bambina aveva sfogliato un vecchio libro in cui un signore barbuto e concentrato usava indistintamente dita delle mani o dei piedi. Per tutto. L'aveva così impressionata che ogni sera, prima della rituale sniffata di abat-jour, provava a raccogliere un unico fagiolo dal piatto di Seneca.
Lo sapeva Lei che la storia delle scimmie non era vera.
Desdemona corre e mangia con le dita.



"Sembrava che qualche segreto piccante gonfiasse dall'interno le guance di questa signora, già di per sé paffute, e che nei suoi occhietti sepolti nel grasso brillassero piccole luci equivoche."
M.Bulgakov-Il Maestro e Margherita



martedì 9 marzo 2010

DD


Desdemona mangia CD francesi e cola vecchi vinili, ne fa lacca per unghie così quando batte le dita sul tavolo può sentire ciò che vuole. Anche Wagner in un'aula satura di tempera stantia e chiacchiere. Desdemona è Ursula Andress dell'avanguardia filogovernativa.
E' ferma, anche se lo odia. Il vestito blu si muove, le caviglie nuotano nell'aria.
Deve spostare quel libro, è ora. Non può lasciare un libro nella stessa posizione due giorni di fila.

Desdemona ha Dorian tra le sopracciglia, rincorre una farfalla, gira gira gira intorno alla fontana. Poi è senza fiato, lo sente dietro alle labbra che reclama nuovo ossigeno. Desdemona separa gli incisivi così lui può correre di nuovo, i suoi capelli come paracaduti oompaloompiani di pasta fresca all'uovo, delicati e indispensabili.
A volte corrono insieme. Purchè non sia domenica, non sia sera, non sia sabato mattina, non sia agosto, non sia vero.
Desdemona ha tatuate tutte le strade che conosce sulla pianta del piede, così può dimenticare dove è stata. Quando arriverà la corteccia sarà così spessa da non accogliere più alcun segno, neanche due iniziali rubate.

Desdemona è clarinetto e contrabbasso Dorian. Lui balla nelle sue scarpe da bambino, il passo pesante e convinto, lo sguardo composto e serio, i ricci a fargli da scorta.

Desdemona è mousse al cioccolato su indici insolenti, il vassoio è sempre dietro di lei, ogni tanto controlla per essere sicura. Se va al tavolino in senso orario, poi torna al balcone in senso antiorario. Un cerchio tondo e perfetto.


"Mentre gli altri facevano baldoria il poeta aveva sprecato la sua notte, e adesso capiva che recuperarla era impossibile. Bastava alzare la testa dalla lampadina e guardare il cielo per capire che la notte era irrevocabilmente perduta. Con gesti veloci, i camerieri strappavano le tovaglie dai tavoli. I gatti, che scorrazzavano presso la veranda, avevano un'aria mattutina. Sul poeta cadeva irrefrenabilmente il giorno."
M.Bulgakov-Il Maestro e Margherita




giovedì 4 marzo 2010

La Grande Meringa


La Persona che ha deciso di chiamare il Papa "La Grande Meringa" merita il mio rispetto, la mia stima, la mia gratitudine e tuttelecazzatechesidiconoinquesticasi. Soprattutto la mia Risata.
Thanks.


martedì 2 marzo 2010

Pinocchio che paura


Ho il piede di Anastasia e il lavoro di Cenerentola.
Dormo quanto Rosaspina, ma canto come la strega Malefica.
La casa di Hansel e Gretel me la sono divorata prima che arrivassero, mentre digerivo ne ho costruita una più piccola piena di additivi chimici per stordirli.
La nonna di Cappuccetto Rosso è a letto ammalata perchè ha mangiato nonna-lupo qualche ora prima che nipote-lupo iniziasse a cercare l'assassino.
Riccioli d'oro incappa in una comunità gay di orsi vegani, Raperonzolo ha esagerato con le extensions ma, d'altronde, per l'Isola questo ed altro.
Ma Pinocchio è il peggiore.
Mi faceva lo stesso effetto della canzone Gam Gam: "la maestra ci faceva cantare, ma io non riuscivo perchè non capivo le parole". Brrrrr.
Lucignolo mi faceva venire i brividi, Mangiafuoco mi terrorizzava, Geppetto mi faceva pena, la fata turchina mi sembrava un fantasma e Pinocchio era talmente stupido da farmi incazzare.
Pinocchio che paura.


"Io ero" proseguì "una delle più paurose; ma col farmi forza per dar coraggio agli altri sono diventata coraggiosa io stessa."
J.W.Goethe-Die Leiden des jungen Werther



sabato 27 febbraio 2010

Falena


Desdemona è una remota pronipote della coerenza, sbatte continuamente la testa contro il vetro nella speranza che ritorni specchio.

Distesa sul letto diventa aquila reale, airone, anatra, pettirosso e poi falena, mosca, zanzara e poi di nuovo aquila.

Vola indietro, verso la coda del gracchiante mondo dei medici in fasce, tentativo straniante di creare arrugginiti dissapori vecchio stampo su sistemi prodotti per fallire per portare all'incoronazione beffarda del più meritevole zerbino della magione, sciocchezze d'anarchico il gioco del chirurgo di cuori, non ci si prende gioco del mozzo anche se il ponte è ogni giorno più fetido, altra fonte ha la sua piccola vita, le sue rigide dita corte hanno fili sottili tesi verso il basso.

Fortuna nuova scivolare nella tagliola.



venerdì 26 febbraio 2010

Mille splendidi soli


Non devo pregare. Non vengo bastonata se non prego.

Posso cantare.

Posso danzare.

Posso giocare a carte, giocare a scacchi, giocare d'azzardo e far volare gli aquiloni.

Posso scrivere libri, guardare film e dipingere.

Posso tenere in casa dei parrocchetti.

Se rubo, non mi viene tagliata la mano al polso. Se torno a rubare non mi viene tagliato il piede.


Non devo stare dentro casa a qualsiasi ora del giorno. Posso vagare oziosamente per le strade. Se esco non devo essere accompagnata da un parente di sesso maschile. Se vengo sorpresa da sola per la strada non vengo bastonata e rispedita a casa.

Posso mostrare il volto in ogni circostanza.

Posso usare cosmetici.

Posso usare gioielli.

Posso indossare abiti attraenti.

Posso parlare liberamente.

Posso guardare gli uomini negli occhi.

Posso ridere in pubblico.

Posso dipingere le unghie.

Posso frequentare la scuola.

Posso lavorare.

Posso rendermi colpevole di adulterio.


(K.Hosseini-Mille splendidi soli)

martedì 23 febbraio 2010

Viali


Assicurarsi di avere sempre un libro in mano quando si aspetta il bus sui Viali indossando calze viola e stivali.


domenica 21 febbraio 2010

Otto Pantofole Horror


La mia sveglia non ha cifre diverse dall'otto.
Otto sospiri prima di appoggiare la testa sul cuscino, otto baci alla mia sinistra, otto cambiamenti di posizione, otto pensieri. Eppoi sveglia alle otto.
Peccato che quell'otto si elevi alla potenza n-esima quando si tratta di aprire gli occhi, ingoiare i miei succedanei di tiroxina, infilarmi nelle pantofole horror, vestirmi e avvicinarmi lentamente alle scale.

La questione pantofole necessita però di un approfondimento: su sfondo viola una bambina dai morbidi capelli castani è in piedi sotto la neve che cade a fiocchi belli ciccioni, ha il braccio sinistro alzato parallelo al terreno. L'abbigliamento è adatto al clima rigido: sciarpa colorata a strisce, cappotto verde, guanti gialli, gonna di velluto a coste e stivaletti. Solo le gambette sembrano un pò nude, ma probabilmente aggiungono un tocco naif alla composizione. La cosa strana, ma molto strana, è che questa povera preadolescente ha l'occhio sinistro coperto da una sorta di benda circolare nera su cui sembra essere ricamato un batterio flagellato glam-punk rosa shocking.
Tutto questo sulla ciabatta sinistra. Ma il divertimento non è ancora finito: sulla soffice stoffa della pantofola destra c'é un lampione. Un normalissimo lampione acceso, quasi carino, ricoperto di neve. Fiuuuuu. Nevica sia a sinistra che a destra. E io che pensavo di essere di fronte all'opera di una persona instabile. Anche qui compare qualcosa di strano: dalla parte centrale si diparte, attraverso uno stelo lungo e sottile, un guanto dall'aspetto di fiocco di neve. In parole povere, questo lampione un pò rétro ha un braccio. Sotto la luce fioca è abbandonata, su un manto stradale inesistente, una valigia rossa, intuiamo di proprietà della bambina/preadolescente (che a questo punto non è più così giovane se può andarsene in giro da sola, sotto la neve con una valigia). La ciliegina sulla cima di questa bizzarra torta è un maialino: sopra questa valigia, anch'essa un pò spruzzata di neve, c'è il simpatico musetto di un maialino.

Ora io vorrei sapere che cazzo ci fa una bambina/preadolescente/insomma minorenne con un occhio bendato da sola sotto la neve con una valigia con maiale annesso ai piedi di un lampione peduncolato?!?



giovedì 18 febbraio 2010

Panini


Desdemona è gambe ciondolanti su mattoni terracotta, Re Taffeta ingordo le inzuppa le caviglie con languide promesse di serate luccicanti, piccole gomme da masticare fantasia di coloranti le tengono compagnia.

Le facce della mia vita sono figurine Panini. Gli album hanno sempre lo stesso odore.

-Posso darti Dorian in cambio di Seneca.

-Dorian ce l'ho triplo. Seneca te lo lascio, ma voglio Dalia.

-Affare fatto.

Desdemona riconta le gomme sulla gonna: 1,2..20..50...

Cazzo! Ne manca una. Pegno appiccicoso per finire la collezione.


A volte un bambino può confondere frasi di esercitazione sui verbi intransitivi e diario segreto.

Non puoi correggere ciò che provano.


“Quando i bambini crescono e diventano adulti, capiscono subito che quello che gli avevano detto da bambini non è vero, eppure riciclano ai loro figli l'antica bugia. E cioè che tutti vogliono consegnare ai bambini un mondo migliore, è un passaparola che dura da secoli, e il risultato è questa Terra, questa vescichetta d'odio.”

S.Benni-Margherita Dolcevita



martedì 16 febbraio 2010

Tatoos


Fino a pochi giorni fa volevo tatuarmi un gatto, sesso femminile sottinteso e beninteso scontato e ribadito. Stasera ne ho visto uno di terribilmente incazzato sulla scapola alata di fronte a me, con il pelo tutto ritto e le unghie sguainate a fendere l'acqua della piscina. Stavo sudando e avevo mal di pancia.
Non sono più tanto sicura.

Ieri sera ho infangato la memoria di un tenero agnellino e l'ho apprezzato vestito di spezie. Il mattino non aveva poi di certo l'oro in bocca. Forse era più cumino. O zenzero.

Ieri sera mi sono sballata con un intruglio di camomilla, tiglio, biancospino e altre due-tre cagate. Davvero, avrei avuto bisogno di una daliniana e bionda stampella per tenere le palpebre sollevate.
Ecco, tatuarsi delle stampelle potrebbe essere più utile.

Il mio gatto è il neonato perfetto. E si pulisce il culo da solo.


mercoledì 10 febbraio 2010

Parsifal


Un po' di tempo fa una ragazza dai capelli lunghi ha letto le carte a Desdemona.

Desdemona si spaventa facilmente, Dorian cerca di leggere i tarocchi tutti i giorni, ma non sempre ci riesce.

Desdemona disegna il suo corpo la domenica mattina e rimane in apnea tutta la giornata.

-Quando mi sveglierò?

-Non sei mai nata.

La penna di Desdemona è languido fosforo iridescente con inchiostro che non dimentica i passi che fino ad ora ha ricamato sulla carta. Desdemona non ama le ore vuote, il sabato cuce. Collage dalla copertina rigida che ospita bellicosi incontri tra stilografiche e tasti, pennini e penne a sfera. Denso muco come inchiostro per lamentele da bambino.

Le mani ruvide sulle spalle e lo sguardo sul giardino:

-Ho sognato così a lungo un posticino comodo davanti alla finestra.

-Taci.

-Ciao Dorian.

-Sono qui solo per farti tacere. Quando mi ascolterai ti lascerò in pace. Immediatamente.

-Festa anni '40 in equilibrio sul ponte di Brooklyn tiene Paris Hilton lontana dal Guggenheim Museum.

-Sonora scrollata di zucchero a velo dalle spalle di Abraham Lincoln sul talamo della gloria di Odisseo.

-Argonauta! Vattene!

-Salamandra in festa sguazzante in cognac scadente.


Desdemona vorrebbe un enorme cucchiaio che le scavasse il petto per afflosciarsi nello specchio come un tritone catturato sognando un futuro da ape operaia.



“La forza di Parsifal è d'essere così nuovo al mondo e così occupato dal fatto d'essere al mondo che non gli viene mai in mente di far domande su ciò che vede. Eppure basterebbe una sua domanda, una prima domanda che scateni la domanda di tutto ciò che al mondo non ha mai domandato nulla, ed ecco il deposito dei secoli aggrumato in fondo ai vasi degli scavi si scioglie, le ere schiacciate tra gli strati tellurici riprendono a scorrere, il futuro recupera il passato, il polline delle stagioni d'abbondanza sepolto da millenni nelle torbiere riprende a volare, s'alza sulla polvere degli anni di siccità...”

I.Calvino-Il castello dei destini incrociati



mercoledì 3 febbraio 2010

B movie


Tutti i giorni sulle scale della scuola vedo un bambino. Sembra davvero Bastian de La Storia Infinita.



A Mia piace:

mordicchiare piano piano una scaglietta di grana

divorare il più velocemente possibile una scatoletta di tonno

assaporare una fettina di prosciutto crudo

A Mia inoltre piace:

essere accarezzata contemporaneamente sulla fronte, sotto il mento e davanti alle orecchie

passare ore davanti alla finestra

dormire sotto la luce di un'abat-jour


A Desdemona piace:

il rumore delle scarpe sui sassolini nei film

correre da sola

chiudere tutte le lettere tonde scrivendo

bere cose bollenti

A Desdemona inoltre piace:

riempire con la spazzatura il sacchetto vuoto per poi cambiarlo e ricominciare

seguire perfettamente la circonferenza del cestino sistemando il sacchetto della spazzatura

finire penne e pennarelli per poi poterli buttare

guardare l'oblò della lavatrice durante la centrifuga e veder uscire l'acqua sporca dal tubo

avere lo stomaco pieno


A Mia non piace:

essere toccata da mani troppo profumate

essere spostata controvoglia

non poter salire sul tavolo


A Desdemona non piace:

essere toccata mentre piange

non riuscire a sentire gli odori per il raffreddore

ammettere di aver sbagliato

il lenzuolo che esce dal materasso

avere lo stomaco pieno



"I soldi si trasformano a seconda delle mani che li accolgono, pensai. In certe mani diventano mattoni, in altre farfalle."

S.Benni-Saltatempo



martedì 2 febbraio 2010

Shoes blues


La mia seconda vita è la cronaca di una morte annunciata dal trucco sbavato di una ballerina di quinta fila. Matita profumata impronta digitale di una mamma frettolosa, carezza di lustrini.

Invecchiare è un privilegio di pochi.


Lavoro per pagare l'università che non posso frequentare perchè lavoro. Per pagarla.


Quando c'è troppo blues le mie labbra si arricciano e protendono in avanti come se dovessi mandare un bacio al mio futuro marito che si sta imbarcando ma so che tornerà perchè ho un anello al dito e suo figlio nella pancia come se avessi appena trovato il lavoro che mi salverà il culo perchè sono bella ma soprattutto non ho paura di nulla per cui fareste meglio a tenere giù le mani voi lì sotto io mostro voi sbavate come se fosse l'unico modo per intimare ai miei pensieri di smetterla di sfondarmi i timpani tanto non vi sento tanto non vi sento tanto non vi sento.






Eccomi qua
sono venuto a vedere
lo strano effetto che fa
la mia faccia nei vostri occhi
e quanta gente ci sta
e se stasera si alza una lira
per questa voce che dovrebbe arrivare
fino all'ultima fila
oltre al buio che c'è
e al silenzio che lentamente si fa
e alla luce che taglia il mio viso
improvvisamente eccomi qua
siamo l'amante e la sposa
arrivati fin qua
l'attore e la sciantosa
e siamo pronti a qualsiasi cosa
pur di stare qua
siamo il padre e la figlia
finalmente qua
siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra valigia di là
nel camerino già vecchio
tra un lavandino ed un secchio
tra un manifesto e lo specchio
tra un manifesto e lo specchio

Eccoci qua
siamo venuti per poco
perché per poco si va
e il sipario è calato già
su questa vita che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola
di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ti chiedono più
il documento d'identità
e allora eccoci, siamo qua
siamo venuti per niente
perché per niente si va
e c'inchiniamo ripetutamente
e ringraziamo infinitamente…

Eccoci qua
siamo il padre e la figlia
capitati fin qua
siamo una grande famiglia
abbiam lasciato soltanto un momento
la nostra vita di là
nel camerino già vecchio
tra un lavandino ed un secchio
tra un manifesto e lo specchio
tra un manifesto e lo specchio


F.De Gregori

La valigia dell'attore




lunedì 1 febbraio 2010

Cara D


Cara D,

è davvero tanto tanto tempo che non parliamo. So che sei sempre molto impegnata per cui cercherò di non dilungarmi troppo.

Come stai?

A volte metto la mia giornata in pausa per pensare un po' a te: cerco d'immaginare che cosa fai, con chi prendi l'autobus, quale borsa nuova ti hanno regalato, da che parte s'increspano le tue labbra quando sei preoccupata.

Io sto abbastanza bene, ogni tanto penso che mi sarebbe piaciuto lasciare queste strane campagne. Il lavoro procede a gonfie vele, anche se ho avuto colleghe migliori . Perchè si tenta sempre di fingere di volersi bene? Perchè simulare amicizie che non hanno mai avuto speranza di nascere?

Tu? L'università come procede? Non vedo l'ora di venire alla tua laurea, riesci a dirmi quanto manca? Spero davvero poco, non ce la faccio più!

A pensarci bene ho davvero bisogno di andarmene per qualche giorno.

Mi manchi.

Sai qual è la verità? Ieri ho rovistato nell'armadio in cantina e non puoi immaginare che cosa ho trovato: ti ricordi quella foto a Milano? I miei sogni devono essere rimasti su quella panchina perchè tutto è così diverso da come me lo aspettavo.



Gli occhi di Desdemona si sono chiusi sui gradini della stazione. Maleodorante inaspettato bruciore, tachicardico storpiato sorriso, sordo torpore adolescenziale.

-Salvami Dorian, perchè hai voluto riportarmi qui?

-Non sono stato io. Non è colpa mia.

-Portami soltanto via di qui.

-Non è colpa tua.



venerdì 29 gennaio 2010

Day


Etilico nauseabondo risveglio, parole amare impastate, frantumate, lubrificate dalla saliva della mia memoria. Fratture dal sapore pungente, dentatura armata di buona volontà addestrata al ghiaccio e al vetro. Rompo e mastico. Rompo e mastico. Ma di ingoiare non se ne parla. Non è sicuro, in quella gola può finire di tutto.

É mia e la proteggo.


Ho parlato con una donna fragile sorseggiando tisana ai frutti di bosco e ho avuto voglia di ascoltarla.

Ho fatto scorrere i miei sorrisi sotto i portici. Senza motivo.

Ho una coperta di libri usati e mi sento al sicuro.



mercoledì 27 gennaio 2010

Tempo


Oggi con una telefonata sono un po' cresciuta, credo 4 o 5 nanometri verso me stessa. Praticamente mi sono ingozzata di plutonio, ho raggiunto le mie 88 miglia orarie e ZAC! Sono atterrata sulle mie Nike rigorosamente made in Vietnam e mi sono fatta un giro nel 1955.

Non sono mai stata in un aeroporto, ma sono stata nel 1955. E anche più in là. Di Corsa.



Desdemona ha sognato di mettersi le scarpe della sua migliore amica, Dalia. Dalia ha un posticino tutto per sé nella vita di Desdemona, lassù, sopra le coperte, tra l'angolo destro del cuscino e il bordo spiegazzato del lenzuolo.


Ho sognato Luna-Park di vetro, ci sono stati giorni in cui ti ho odiato.


martedì 26 gennaio 2010

Lullaby



Romantico nipposwing nevoso e intirizzito, annuendo Desdemona cerca il mignolo di Dorian delicata invasione postnatalizia la sua opulenta risata.

-Rischiarami se riesci. Vedo attraverso le tue dita. Perchè non vuoi che sia come te?

-Non posso, non dipende da me.


Desdemona non ha mai avuto delle scarpe, le sue caviglie sono robuste e le dita agili, il piede il mantello di un piccolo albero insolente. Desdemona corre e cammina Dorian. Dorian conta le proprio scarpe tre volte al giorno, lullaby perfetta l'ultima della sera.



I nodded my head, as I layed on the bed

He said “ If I show you the roses will you follow? “

N.Cave-Where the wild roses grow



lunedì 25 gennaio 2010

Lacrima Facile


Con obsoleto comunistoide infantil disprezzo mi sollevo al di sopra della presunta folla e derido, mi Incazzo, sputo ingiurie. Sulla Polizia. Poche telefonate dopo, molto anonime-poco maniache, mi ritrovo a chiedere aiuto all'unico poliziotto che conosco. Sonounammerda.


Non riuscivo a guardare le immagini del terremoto in Abruzzo. Evito tutti i telegiornali, i servizi attirapena non li reggo. Neanche un po'. Eppoi, sinceramente? Mi veniva da piangere. Certo, inondo fazzoletti per Via col Vento ( quando Diletta muore proprio non mi trattengo ) come per qualsiasi sportivo italiano che vinca una medaglia, per drogati miliardari che perdono Il Mondiale per un soffio, su Ammaniti come su Dostoevskij, su Stephen King come su Hosseini, per un esame andato bene, per uno andato malissimo, per uno non iniziato, per un bambino che m'insulta e per uno che mi abbraccia. Sì, zero Resistenza. Insomma, era l'ennesimo stimolo per la mia palpebra stanca e, anche se incapace di vergognarmi delle mie lacrime, piangere non mi diverte. Tiè. Poi Haiti. Una congiura per saccottini ripieni di sale come me. Invece Il Nulla. O meglio: molto meno. Non era Italia. Non erano bianchi. Erano lontani, davvero tanto tanto lontani. Sonounammerda2.


Sai cos'è un amico? Uno che non ti vede come un rosario su cui sgranare le proprie assoluzioni, ma come qualcosa di complicato e doloroso che cammina insieme a te, qualcosa che non capisci mai fino in fondo e che ti invade. “

S. Benni-Achille piè veloce



domenica 24 gennaio 2010

Sensi


La notte scorsa Desdemona ha raccolto pietre preziose per ritrovare il sentiero di casa. Gazza affamata di opache carezze, bigiotteria d'abbracci.

D'accordo. Dormire è un'attività decisamente sopravvalutata.



sabato 23 gennaio 2010

Desdemona


Desdemona ha gambe incrociate su pensieri di ruggine. Da lì non si muove. Testarda.
Desdemona sa che l'unico modo per costruire in due è demolire quando si è soli, proprio adesso. Proprio ora che aveva masticato la fisica ed ingoiato la geometria, le si chiedeva di dimenticare solidi e calcoli per imbracciare pala e piccone.
Cosa vuoi demolire quando non hai ancora finito di poggiare l'ultima pietra?

Dorian a volte odia Desdemona. Veniamo davvero dallo stesso utero?