martedì 9 marzo 2010

DD


Desdemona mangia CD francesi e cola vecchi vinili, ne fa lacca per unghie così quando batte le dita sul tavolo può sentire ciò che vuole. Anche Wagner in un'aula satura di tempera stantia e chiacchiere. Desdemona è Ursula Andress dell'avanguardia filogovernativa.
E' ferma, anche se lo odia. Il vestito blu si muove, le caviglie nuotano nell'aria.
Deve spostare quel libro, è ora. Non può lasciare un libro nella stessa posizione due giorni di fila.

Desdemona ha Dorian tra le sopracciglia, rincorre una farfalla, gira gira gira intorno alla fontana. Poi è senza fiato, lo sente dietro alle labbra che reclama nuovo ossigeno. Desdemona separa gli incisivi così lui può correre di nuovo, i suoi capelli come paracaduti oompaloompiani di pasta fresca all'uovo, delicati e indispensabili.
A volte corrono insieme. Purchè non sia domenica, non sia sera, non sia sabato mattina, non sia agosto, non sia vero.
Desdemona ha tatuate tutte le strade che conosce sulla pianta del piede, così può dimenticare dove è stata. Quando arriverà la corteccia sarà così spessa da non accogliere più alcun segno, neanche due iniziali rubate.

Desdemona è clarinetto e contrabbasso Dorian. Lui balla nelle sue scarpe da bambino, il passo pesante e convinto, lo sguardo composto e serio, i ricci a fargli da scorta.

Desdemona è mousse al cioccolato su indici insolenti, il vassoio è sempre dietro di lei, ogni tanto controlla per essere sicura. Se va al tavolino in senso orario, poi torna al balcone in senso antiorario. Un cerchio tondo e perfetto.


"Mentre gli altri facevano baldoria il poeta aveva sprecato la sua notte, e adesso capiva che recuperarla era impossibile. Bastava alzare la testa dalla lampadina e guardare il cielo per capire che la notte era irrevocabilmente perduta. Con gesti veloci, i camerieri strappavano le tovaglie dai tavoli. I gatti, che scorrazzavano presso la veranda, avevano un'aria mattutina. Sul poeta cadeva irrefrenabilmente il giorno."
M.Bulgakov-Il Maestro e Margherita




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